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GLI SPETTACOLI 2022

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QUESTA COSA CHE SEMBRA ME

Un monologo poetico con tracce comiche

di e con Lorenzo Maragoni /  prod. Teatro Stabile di Bolzano

Questa cosa che sembra me è uno spettacolo di parole, tra stand up comedy e poesia. Un uomo sul palco si interroga in modo intimo e autoironico insieme al pubblico: che cosa siamo diventati? Perché, quando ci guardiamo allo specchio, non ci riconosciamo? Chi sono queste creature che un tempo eravamo noi, ma ora sono talmente stanche, spaventate, esauste da non sapere più chi sono? Questa cosa che sembra me è una specie di autoterapia, un tentativo di tornare ad essere noi stessi. Per farlo, ci sarà bisogno di affrontare tutti i nostri demoni, soprattutto quelli che non sapevamo esistessero, ma che già subiamo: dalla FOMO (la paura di perdersi qualcosa che ci spinge a fare tutto, e farlo male) alla revenge bedtime procrastination (il rimandare il momento di andare a dormire guardando un video dopo l’altro), ai tentativi di spezzare questi cicli andando in terapia, o, forse meglio, imparando a suonare l’ukulele (male). Come in una sorta di concerto senza musica, in una lingua poetica fresca e pop, pezzi poetici e riflessioni agrodolci si alternano in un rapporto aperto e diretto con il pubblico, a costituire un monologo

Lorenzo Maragoni

E' poeta, autore teatrale, regista e performer. Collabora con il Teatro Stabile del Veneto, con l'Università degli Studi di Padova ed è tra i fondatori della compagnia Amor Vacui, menzione speciale al Premio Scenario 2017. Dal 2018 si dedica al circuito de Poetry Slam italiano, di cui nel 2021 è campione nazionale italiano. Nel 2021 debutta il suo primo spettacolo di poesia, Stand up poetry, che riceve una menzione speciale al NoLo Fringe Festival di Milano e vince il festival Inventaria di Roma. Nel 2022 rappresenta l'Italia alla finale del Campionato del Mondo di Poetry Slam a Parigi.

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I GUARDIANI DEL NANGA

di Gioia Battista / con Nicola Ciaffoni / regia Stefano Scherini / prod. Mitmacher Teatro e Botegas Legazoi in collaborazione con MAT

Dal 1895, data del primo tentativo documentato di scalata, il Nanga Parbat ha collezionato vite e storie incredibili. Con i suoi 8126 metri al di sopra del livello del mare, è la nona cima più alta della terra, ma rimane tragicamente in terza posizione come numero assoluto di morti. La montagna nuda. La mangiauomini. La montagna assassina. La montagna degli dèi. La montagna del destino.
Sono solo alcuni dei nomi con cui è conosciuta.
I Guardiani del Nanga sono sette uomini che hanno sfidato i propri limiti, senza arrendersi, fino alle conseguenze più estreme. Albert Mummery, Willy Merkl, Günther Messner, José Antonio Delgado, Karl Unterkircher, Tomasz Mackiewicz e Daniele Nardi sono i sognatori che sono rimasti lassù. Sono i ‘guardiani’, alpinisti eccezionali che nel tentativo di raggiungere la vetta non hanno fatto più ritorno.

Nicola Ciaffoni

Attore e musicista. Nel 2008 si diploma presso l’Accademia Teatrale Palcoscenico. Nel 2011 consegue la laurea magistrale in lettere antiche presso l’Università degli Studi di Verona. Nello stesso anno si diploma presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Ha lavorato in teatro come attore con Luca Ronconi, Federico Tiezzi, Andrea De Rosa, Marco Carniti, Laura Pasetti, Maurizio Donadoni e Damiano Michieletto. Dal 2015 fa parte di Associazione Culturale Mitmacher con i cui realizza lo spettacolo I Guardiani del Nanga. Nel 2021 fonda assieme a Gioia Battista il collettivo artistico Caraboa Teatro.

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BORSELLINO

di e con Giacomo Rossetto / prod. Teatro Bresci con il Patrocinio di Avviso Pubblico

Il giudice Paolo Borsellino, assassinato da Cosa Nostra assieme ad Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina, cinque agenti della sua scorta, nella strage di via d’Amelio a Palermo, è considerato uno delle figure più importanti e prestigiose nella lotta contro la mafia, assieme al magistrato Giovanni Falcone.
Sono passati 30 anni da quel maledetto 19 luglio, giorno della strage.
Lo spettacolo racconta la vita del magistrato Borsellino attraverso la descrizione dell’uomo Paolo, un uomo tutto d’un pezzo che non accetta compromessi, dal forte rigore morale, un uomo semplice diventato eroe, il cui lavoro però non è ancora finito.
Dopo la morte dell’amico e collega Falcone, il coraggio e il profondo senso di giustizia sono ciò che spinge, nonostante la paura, il giudice Paolo Borsellino a compiere fino in fondo il proprio dovere, di magistrato e di persona, perché pubblico e privato nella sua vita sono inscindibili.

Giacomo Rossetto

Attore, si è formato alla Scuola del Teatro Stabile del Veneto. In teatro è stato diretto da Pier Luigi Pizzi, Damiano Michieletto, Giorgio Sangati, Daniele Salvo, Luca de Fusco, Carlo Simoni, Lorenzo Maragoni, Fausto Cabra, Silvia Paoli, Stefano Scandaletti. Al cinema e in tv ha lavorato con Michele Placido, Stefano Accorsi, Stefano Mordini, Matteo Oleotto, Beniamino Catena. Nel 2011 vince il 2° Premio al Premio OFF del Teatro Stabile del Veneto e nel 2017 il Premio Grotte della Gurfa per il Teatro d'Impegno Civile.

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LA BISBETICA DOMATA

di William Shakespeare / adattamento Andrea Pennacchi / regia Silvia Paoli / con Anna Tringali, Giacomo Rossetto, Massimiliano Mastroeni / prod. Teatro Bresci e Teatro Stabile del Veneto

Nel testo c'è senz'altro amore, ci sono sincerità e fragilità, ci sono due ragazzi problematici che si incontrano e cominciano una storia a modo loro, cercando uno spazio in una società in cui non si riconoscono. La società di riferimento era ed è quella patriarcale, quella del dovere domestico e muliebre, quella dell'uomo attivo e la donna passiva, è la storia dell'accoglienza, della mitezza, delle qualità femminili, sempre secondo un'ottica esclusivamente maschile. Il problema quindi non sono Petruccio e Caterina ma il contesto in cui vivono. Il nostro spettacolo è ambientato negli anni '90, uno spartiacque fondamentale fra "come eravamo" e come siamo adesso. Gli anni '90 sono gli anni delle donne bellissime e di plastica: ma sono anche gli anni della nostra nostalgia, quando aspettavamo le telefonate sul fisso, quando uscivamo in due sul motorino senza casco, quando andavamo in discoteca la domenica pomeriggio o facevamo i ragazzi del muretto chiacchierando di sogni fino a tardi.

 

Teatro Bresci

Teatro Bresci è una Compagnia di professionisti provenienti dal Piccolo Teatro di Milano e dal Teatro Stabile del Veneto. Si occupa di produzione di spettacoli dal vivo con un interesse particolare verso il teatro civile e i grandi classici, organizzazione di festival ed eventi culturali, formazione scolastica ed extra scolastica nell’ambito del teatro e della comunicazione.

Gli spettacoli di Teatro Bresci circuitano in Italia e all’estero ed hanno ottenuto importanti riconoscimenti.

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NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI

adattamento di Fabio Gema e Christian Di Domenico / diretto e interpretato da Christian Di Domenico / in collaborazione con Teatro Kismet

C’è chi parte per amore, per lavoro, per turismo e poi ci sono quelli che partono per inseguire la vita. E allora la partenza è un parto. Un viaggio in posizione fetale, stipato in pochi centimetri, nella pancia di un camion dentro un mare di letame. Un mare in salita, che unisce e che separa. Un mare che è liquido amniotico che nutre ma in cui si può annegare.
Una sola sedia in scena basta per raccontare il travaglio e il peregrinare di un bambino, costretto a barattare la propria innocenza in cambio della sopravvivenza, senza però mai vendere la propria onestà. Nel viaggio diventa un uomo portando sempre in tasca le parole di suo padre e le promesse fatte a sua madre. Poi finalmente arriva, si ferma. Ritorna a essere un po’ bambino, di nuovo figlio, nostro, del mondo, del tutto. Perché basta che due si vogliano bene per raggiungere l’assoluto e la misura delle cose.

 

Christian Di Domenico

Dopo il diploma d’Attore conseguito presso la Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, prosegue i suoi studi presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Ha lavorato in qualità di attore in teatro con Gianpiero Borgia, Alessio Bergamo, Simona Gonella, Massimo Navone, Jerzy Sthur, Giorgio Marini, Gabriele Vacis, Elio De Capitani, Marco Baliani, Carlo Bruni, Sonia Antinori, Mariano Dammacco, Michele Sinisi. Al cinema ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Antonio Albanese e Giuseppe Battiston. Ha partecipato a Festival internazionali come: Il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Festival Castel dei Mondi di Andria, Mittelfest, In teatro, Fringe Festival of Edinburgh, kilowatt festival.
E’ Autore regista ed interprete dello spettacolo “U Parrinu. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia”, giunto a più di 500 repliche in tutta Italia ancora in tourneè.

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IL COLLOQUIO

progetto e regia Eduardo Di Pietro / con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino / prod. Collettivo lunAzione

Il Colloquio prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta. In qualche modo la reclusione viene condivisa all’esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche. Nella loro realtà, la detenzione è una fatalità vicina, come la morte, che deturpa l’animo di chi resta.
Il Colloquio è frutto di una serie di interviste a donne che hanno vissuto o vivono questo legame carnale con l’istituto di pena.

 

Collettivo lunAzione

La compagnia Collettivo lunAzione è nata a Napoli nel 2013. Con i suoi spettacoli, lunAzione rientra nella selezione di vari festival e rassegne (Napoli Teatro Festival Italia, Festival Shakespeare di Buenos Aires 2016, San Diego International Fringe Festival 2017, Cilentart fest, In\Visible Cities e Strabismi 2021).

Lo spettacolo Il Colloquio vince il Premio Scenario Periferie 2019, il Premio Fersen alla regia ed è finalista In-Box 2021. Con lo studio La misura è finalista per il festival I Teatri del Sacro 2019 e vince il bando (H)eartH - Ecosystem of art and theater.

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LE PAROLE NON SANNO QUELLO CHE DICONO

di e con Marta Dalla Via / prod. Fratelli Dalla Via in collaborazione con Piccionaia Centro di Produzione Teatrale

Attenzione! Questa rappresentazione, indipendentemente dai miei sforzi, non avrà nessuna influenza sullo sviluppo dell’Italia e non renderà nessuno di voi migliore o più felice. A meno che voi non lo vogliate.
Ho preparato un raffinato spettacolo triviale interamente dedicato a loro: le pecore nere del linguaggio. L’ho fatto con il candore di un bambino e per capire quali siano i termini da non dire li ho dovuti pronunciare. Non si può? Che fare allora con queste parole? Eliminarle per sempre dal vocabolario? Condannarle a diventare eufemismi? Adeguarle a sinonimi politicamente corretti?
Le parole non possiedono un cervello e non hanno auto coscienza. Non possono essere buone o cattive perché non sono consapevoli, non sanno quello che dicono. Ma tu?
Io impreco quando cittadini al di sopra di ogni sospetto protagonisti di episodi mediaticamente controversi, si autoassolvono dicendo “era solo una battuta”. Una battuta, se davvero è una battuta, non è mai solo una battuta. È più importante cambiare le parole o le cose che quelle parole intendono? (Marta Dalla Via)

 

Marta Dalla Via

Si diploma presso la scuola di teatro di Bologna Galante Garrone e in seguito si forma con (tra gli altri) Laura Curino, Pippo Delbono, Mark Ravenhill, Renata Molinari, Stefano Massini.

Ha recitato per/con varie compagnie tra cui: Pantakin da Venezia, Accademia degli Artefatti, Teatro Gioco Vita, Teatro delle Briciole, Bassano Opera Estate, teatro stabile del Veneto, teatro stabile di Bolzano, Piccionaia centro di produzione teatrale.

É fondatrice della compagnia Fratelli Dalla Via che ha creato “Piccolo Mondo Alpino” vincitore premio Kantor 2010, “Mio figlio era come un padre per me” vincitore premio Scenario 2013, “Drammatica Elementare”, “Walter, i boschi a nord del futuro” tutti gli spettacoli sono ad oggi ancora in tour. La compagnia ha vinto il premio Hystrio nel 2014.

Ha collaborato con vari artisti come attrice, autrice e regista tra questi Corrado Augias, Serena Sinigaglia, Massimo Venturiello, Fabrizio Arcuri, Giulio Casale, Tiziano Scarpa, Silvia Gribaudi, Natalino Balasso, Piergiorgio Odifreddi, Petra Magoni, Ferruccio Spinetti, Babilonia Teatri.

Nel 2019 ha vinto il premio Melato per il teatro.

EVENTO SPECIALE

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VIA D'AMELIO. QUANDO ALTRI LO VORRANNO

Un documentario

scritto e raccontato da Anna Tringali / riprese, audio e montaggio Claudia Sferrazza / regia Anna Tringali e Claudia Sferrazza / prod. Teatro Bresci con il sostegno di Fondazione Cariparo e il patrocinio di Avviso Pubblico / progetto IMPEGNATI

Poco prima di morire quel terribile 19 luglio del 1992, il giudice Paolo Borsellino disse che si, probabilmente ad ucciderlo materialmente sarebbe stata la mafia, ma solo quando “altri” lo avrebbero voluto e deciso.

 

Quando sono partita per Palermo a luglio 2021, sapevo solo che avrei voluto raccontare cosa in città sarebbe successo nei giorni delle celebrazioni in memoria di quella strage che costò la vita non solo a Borsellino ma anche a cinque agenti della sua scorta (Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina) e che inflisse al Paese, dopo una serie di altre terribili mattanze, una ferita incancellabile. Non sapevo cosa e chi avrei incontrato né tanto meno quali emozioni mi avrebbero accompagnata.


Eppure fin dall’inizio il pensiero di quegli “altri” era lì presente.


La Strage di Via d’Amelio è legata imprescindibilmente per alcuni alla cosiddetta Trattativa Stato-Mafia, per altri specialmente al clima ostile che all'epoca si respirava all'interno della Procura di Palermo, e dunque chi sono questi “altri” di cui parlava Borsellino? Oggi fare memoria significa anche e soprattutto continuare nella ricerca di una verità che ancora non abbiamo e che odiosi depistaggi cercano di adombrare.


Ma gli “altri” sono anche degli incontri illuminanti e commoventi che ho fatto in quei giorni a Palermo: penso alla lunga intervista a Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo, agli scambi che ho avuto con Antonio Vullo, l’unico sopravvissuto alla strage, o con Luciano Traina, fratello Claudio, uno degli agenti morti in via d’Amelio; e ancora gli “altri” per me sono Massimo Sole e Graziella Accetta, rispettivamente fratello di Giammatteo e mamma del piccolo Claudio, entrambi vittime innocenti della mafia.


E quando ho ripreso l’aereo per ritornare a casa assieme a Giulia e Claudia, compagne appassionate di questo viaggio, dopo aver visto e ascoltato e provato tutto quanto ho potuto, anche in quella via d’Amelio davanti al civico 19 che avevo conosciuto solo alla tv, ho avuto ben chiaro dentro di me che gli “altri” siamo anche noi: sta soprattutto alla società civile a partire dal singolo decidere da che parte stare, quotidianamente. Siamo noi a decidere di non far cadere nell’oblio vicende come quella che ha portato alla morte di Paolo Borsellino e della sua scorta, ma anche di tante altre che hanno causato vittime meno conosciute; siamo noi a decidere come costruire il nostro domani. A decidere che futuro volere.

Via D'Amelio 19. Quando altri lo vorranno   (Anna Tringali)

Anna Tringali

Attrice, formatrice e direttore artistico artistico di eventi culturali. Proveniente dalla Scuola del Teatro Stabile del Veneto, si perfezione anche a Milano con seminari specifici presso la Scuola D'Arte Drammatica Paolo Grassi. Si forma tra gli altri con F. Nuti, R. Falk, U. Pagliai, M. Civica, D. Camerini, D. Michieletto, M. Bartoli, M. Sgrosso, E. Bucci. E' tra i fondatori di Teatro Bresci. Fa esperienze nel doppiaggio e in tv. Con il monologo Arbeit, vince il II Premio come Miglior Spettacolo e il Premio Assoluto Miglior Interprete al Premio OFF '12 del TSV diretto da Alessandro Gassmann. Come attrice è impegnata in produzioni che spaziano dal teatro di prosa classico al teatro civile. In quest'ultimo ambito si dedica anche alla scrittura come per 'Ndrangheta, con consulenza drammaturgica di Antonio Nicaso.

Claudia Sferrazza

Laureata magistrale con kode in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale a Padova, inizia il suo percorso collaborando come videomaker e fotografa per il Sole Luna Trevio Doc Film Festival, per l'Eder Film Festival e per il Festival culturali organizzati da Teatro Bresci; per la Compagnia cura anche la produzione video degli spettacoli. Nel 2020 frequenta il master in Fine Arts in Filmmaking all'Università Ca' Foscari di Venezia ed inizia a lavorare per produzioni cinematografiche, televisive e di moda. E' assistente alla regia per " Letizia Battaglia" (2021) di R. Andò, "Across the river and into the trees" (2021) di P. Ortiz e "Mancino naturale"  (2020) di S. Allocca.

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